Commenti NutrizionaliLa Dott.ssa Roberta Piovanelli Nutrizionista-Biologa evidenziano che importanti studi universitari internazionali, suggeriscono una relazione diretta tra mortalità e quantità di alcool quotidianamente assunta: sebbene da una parte sono evidenti i danni personali e sociali a cui può portare un abuso sconsiderato dell’alcool, dall’altra è dimostrato che in alcuni prodotti di fermentazione alcolica (in particolare proprio nel vino rosso) siano presenti importanti sostanze cardioprotettive. È la Natura stessa infatti, ad offrirci il frutto della “Vitis Vinifera” (l’uva nera), come dono della terra, con i suoi importanti fattori nutrizionali. Nei suoi semi e nelle bucce scure infatti, sono contenute delle sostanze flavoniche dette OPC (Procianidine Oligomeriche, meglio conosciute come Tannini condensati), le quali, è dimostrato, hanno delle importantissime capacità antiossidanti, abbinate ad un ottimo grado di biodisponibilità (è la forma chimica in cui si trovano nel vino, le rende facilmente assimilabili dall’intestino umano). Le capacità antiossidanti ed il grado di biodisponibilità delle OPC sono presenti a livelli notevolmente superiori rispetto ad altri antiossidanti più noti (come la Vitamina C e la Vitamina E), perciò le OPC sono tutt’oggi oggetto di ricerca in quanto considerate la fonte più interessante di antiossidanti di origine vegetale. Proprio a seguito dei risultati ottenuti nel progetto “MONICA” (un sistema mondiale di monitoraggio delle malattie cardiovascolari, promosso dalla World Health Organisation - WHO) si è riscontrato che nelle aree Mediterranee, la diminuzione di mortalità causata da malattie cardiovascolari, è dovuta al consumo quotidiano: di un bicchiere di vino rosso a pasto, frutta e verdura (le OPC ottimizzano infatti il loro effetto antiossidante, in sinergia con: Vitamine C, E e carotenoidi). I flavonoidi contenuti nel vino rosso, riescono infatti a stabilizzare il plasma sanguigno e le LDL (proteine a bassa densità, che se ossidate aiutano le piastrine ed il colesterolo ematico ad aggregarsi alle lesioni ateromatose, promuovendo così la formazione della placca arteriosclerotica), aumentando i livelli delle HDL (proteine ad alta densità, spesso chiamate “colesterolo buono”) nel sangue. Ciò limita la formazione di trombi e coaguli, spesso portatori di ictus, ischemie e/o infarti miocardici. Da studi biochimici ed epidemiologici, si è calcolato che un bicchiere a pasto al giorno (circa 300 ml.) per l’uomo e mezzo per la donna: È perciò evidente quanto sia importante la regolarità quotidiana di assunzione del vino rosso al fine di garantire queste proprietà nutrizionali, mentre è dimostrato l’esatto effetto contrario per l’assunzione di quantità “una tantum”. Che il vino rosso “fa buon sangue” è confermato da numerosi studi scientifici ed in particolare il vino Rosso e Merlot IGT di Valcamonica si è dimostrato (progetto Food for life), curato dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia e promosso dalla Regione Lombardia e dalla Comunità Montana Valle Camonica) che contiene una percentuale molto alta di polifenoli-OPC (tra cui proprio il resveratrolo), i quali, a basse dosi di assunzione, hanno un buon potere fitofarmacologico (antinfiammatorio, antivirale, cardioprotettivo, oncoprotettivo ed antiossidante). |
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