Valcamonica

Gastronomia

La tradizione della cucina camuna risale ben oltre il periodo della Repubblica Veneta, ne sono testimonianza le annotazioni del Governo della Serenissima nelle quali emergeva che, la Valle Camonica, rispetto ad altre vallate, era autosufficiente per alcuni tipi di coltivazioni che ne hanno caratterizzato le pietanze locali, dando poi, nel corso del tempo, origine agli attuali piatti caratteristici camuni.

Inizialmente la cucina camuna era, per alcuni versi, agro-dolce, dai rari e delicati sapori, mancavano alcuni ingredienti "ricchi", ma non era assolutamente “povera”, vi era abbondanza di cacciagione, di pesca e di coltivazione dei prodotti agricoli; assai copiosi presso le famiglie signorili, perché ricevano i prodotti della mezzadria, che riutilizzavano in parte per procurarsi generi particolari come: caffè, sale, zucchero, tabacco, fiammiferi ed altri alimenti introvabili.

I pasti dei contadini erano invece molto frugali, qualche fettina di salame, formaggio, polenta, verdure e frutti dei campi, mentre le cene erano a base di minestre; l’utilizzo della carne, bovina o da cortile, era riservata ai soli giorni di festa oppure nelle grandi ricorrenze.

La cucina camuna è semplice ma gustosa, “la ricerca del gusto” si esprime tramite piatti tipici e caratteristici, che si basano su cibi genuini (provenienti dalle coltivazioni e dalle lavorazioni locali), che abbinati ai vini tipici camuni, esprimono sapori di altri tempi.

L’abbinamento del vino rosso a tavola è un elemento caratterizzante dell’antica cultura gastronomica della Valcamonica, come anche testimoniato da uno scritto del 1610 di Giovanni da Lezze (importante uomo politico della Terraferma Veneziana e fu anche capitano di Bergamo), il quale sosteneva che i migliori vini della Valcamonica, provenivano dalle terre di Erbanno.

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